Gaia Bermani Amaral.
Ada e Elda sono amiche fin da bambine. Condividono un segreto traumatico, che ha sconvolto la loro infanzia. Ma mentre Ada ha deciso di sfuggire al passato abbandonando il natio paesino nelle Madonie per seguire il marito al Nord, Elda ha sposato il Signore, entrando in un convento di clausura. Poi, con la Seconda guerra mondiale, la loro corrispondenza si è interrotta. Nella primavera del 1945 Ada viene raggiunta da un telegramma di sua madre: Elda, data per morta un anno prima, forse in realtà è viva, nascosta da qualche parte nel monastero della Madonna della Catena, e in pericolo. Potrebbe persino aver avuto un bambino.
Il ritorno a casa di Ada assume in fretta risvolti inquietanti: un libro rosso che qualcuno sembra volere a tutti i costi, un elenco di nomi di donne che apparentemente non hanno nulla in comune, una morte violenta e un simbolo strano e ricorrente, la Civetta di Minerva. E lassù, arroccato sullo strapiombo, il convento dove di certo si trova la chiave di tutti gli enigmi. È davvero una buona idea cercare di entrare fra quelle mura? Sarà mai possibile uscirne? Ada raccoglie attorno a sé molti alleati, dalla sua agguerrita madre Piera al tenebroso e determinato Sariddu: se Elda è viva, ha bisogno di tutto l’aiuto possibile per salvarla. Ma sa che se davvero in quel luogo di preghiera si nasconde il Male, si troverà sola a fronteggiarlo.
Con questo thriller storico pieno di atmosfera e giocato sul filo di una tensione magistrale, Gaia Amaral firma un romanzo d’esordio di grande potenza, intriso di mistero e disegnato sullo sfondo di una Sicilia vera e carnale. Dove è fin troppo facile scavalcare il confine tra realtà e occulto, e perdersi per sempre.
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La Fata dell’arcobaleno e il Mistero delle Cinque Lune
Gaia Bermani Amaral, Roberto Cotroneo
Parte dei proventi ricavati dalla vendita di questa favola, andranno devoluti in Beneficienza all’UNICEF per aiutare i bambini siriani colpiti dalla guerra.
La copertina e le illustrazioni interne sono di Serena Riglietti, la disegnatrice italiana di Harry Potter.
C’era una volta un lago di montagna nascosto da una catena di monti che lo circondava quasi volesse abbracciarlo. Le vette erano alte e appuntite come una schiera di triangoli uno in fila all’altro, e nuvole d’argento e bronzo rosato vi si depositavano intorno quasi fossero preziose collane al collo. La leggenda del lago dice che le cime erano talmente alte da bucare il cielo di tanto in tanto, facendo scendere, sullo specchio d’acqua e il bosco verde brillante, il pulviscolo delle stelle. Il lago rotondo come un perfetto mappamondo non ghiacciava mai d’inverno, assumeva soltanto una tonalità più simile al blu cobalto degli occhi delle fate che abitavano le grotte dietro la cascata: le Fate dell’Arcobaleno, guardiane di quel luogo incantato. Sono loro che fabbricano gli arcobaleni di tutto il mondo.
Un giorno un grosso coccodrillo brasiliano dagli occhi tristi giunse misteriosamente sulle rive del lago popolato dalla tribù dei pesci fosforescenti in cerca di amicizia.
“Mi chiamo Drillo, Drillo il coccodrillo vegetariano e sono in cerca di nuovi amici… La mia comunità di coccodrilli carnivori mi ha cacciato perché a me piace mangiare alghe e canne di bambù”.
Nonostante le buone intenzioni di Drillo, i pesci colorati decidono di scappare nella notte e raggiungere la foce del Mare Infinito pronti a iniziare una nuova vita.
All’indomani, sguazzando nelle acque del lago in cerca di compagnia, Drillo si accorge che il Lago di Montagna è completamente deserto. Dove sono finiti i pesci colorati?
Anche le Fate dell’Arcobaleno non tardano a scoprire il nefasto evento e indicono immediatamente una riunione delle fate per decidere il da farsi. Sarà l’ultima delle fate, Nanì, a trovare il coraggio di avvicinarsi al coccodrillo che non smette di piangere a dirotto.
“Perché piangi, Drillo?”
“Perché mi sento così solo ora che il lago si è svuotato. Io non sono cattivo… Io sono un coccodrillo buono”.
La giovane fata intenerita: “partirò alla ricerca dei nostri cari amici fosforescenti per riportarli a casa, ma tu promettimi che smetterai di piangere. Il livello delle acque del lago si sta alzando a dismisura e se le nostre grotte al di là della cascata verranno sommerse, io e le mie sorelle fate moriremo tutte. Immagina che desolazione il mondo senza gli arcobaleni!”
Nonostante le parole persuasive della giovane fata, però, il coccodrillo vegetariano non riesce a fermare le proprie lacrime. L’unica soluzione è raggiungere al più presto la dimora del Signor Orologio Parlante. Solo lui ha il potere di fermare il tempo permettendo così a Nanì di partire all’avventura per un lungo viaggio alla ricerca della tribù dei pesci colorati, far tornare il sorriso sul muso di Drillo e salvare la comunità delle fate.
Quante avversità dovrà superare? Quali luoghi si troverà a perlustrare? Chi incontrerà lungo il cammino? E soprattutto: ce la farà la nostra giovane fata a portare a termine la sua eroica missione?